La sessualità di Will Byers in Stranger Things: sottotesto, rappresentazione e divulgazione ritardata

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L’attore Noah Schnapp ha confermato che il suo personaggio di Stranger Things, Will Byers, è gay, ma la serie stessa ha mantenuto un approccio particolarmente sottile alla sua sessualità durante tutto il suo svolgimento. Questa deliberata ambiguità ha acceso il dibattito tra spettatori e critici, che si chiedono se la riluttanza dello show a ritrarre esplicitamente l’identità di Will sia un’occasione mancata per una rappresentazione LGBTQ+ significativa o una rappresentazione realistica di un giovane alle prese con la sua sessualità negli anni conservatori degli anni ’80.

L’attenta gestione della sessualità da parte dello show

Stranger Things affronta le complessità della rappresentazione della sessualità all’interno della sua ambientazione d’epoca, facendo appello al pubblico moderno. Gli anni ’80 erano un periodo diverso e lo spettacolo lo riflette evitando etichette semplicistiche; La stranezza di Will è sempre stata presente nel sottotesto, senza essere affrontata direttamente.

I primi accenni, come il commento sprezzante di Joyce Byers a Hopper sul fatto che Will sia “queer” prima di chiarire che è semplicemente “mancante”, stabiliscono l’alterità del personaggio senza conferma. Le interazioni successive, come la schietta osservazione di Mike secondo cui a Will “non piacciono le ragazze”, confondono ulteriormente le acque, lasciando spazio all’interpretazione. Questa ambiguità non è casuale. Lo spettacolo ha scelto di lasciare dedurre al pubblico, piuttosto che dichiarare.

La tensione crescente nelle stagioni successive

La stagione 4 ha intensificato il sottotesto, con Will che apparentemente confessa i suoi sentimenti con il pretesto di discutere di Undici. Il suo crollo emotivo durante una conversazione con Mike, unito al sostegno ma alla vaga rassicurazione di Jonathan nel finale, ha aumentato la tensione.

Tuttavia, molti spettatori ritengono che questo approccio indiretto non sia più sufficiente. I critici sostengono che Stranger Things abbia “queerbaitato” il suo pubblico alludendo costantemente alla sessualità di Will senza mai fornire un’affermazione chiara. La mancanza di una rappresentazione esplicita sembra codarda ad alcuni, soprattutto considerando la volontà dello show di presentare una semplice storia di coming out con Robin Buckley nella terza stagione.

Perché il viaggio di Will è diverso

La trama di Robin consentiva una rappresentazione diretta e inequivocabile, mentre quella di Will viene trattata diversamente. Ciò è in parte dovuto al fatto che Will è più giovane e vive la sua sessualità in un ambiente più duro e meno tollerante. Gli anni ’80, in particolare nelle zone rurali dell’Indiana, furono un periodo pericoloso per le persone LGBTQ+, soprattutto durante il culmine dell’epidemia di AIDS.

Lo stesso Schnapp si è dichiarato gay nel 2023 dopo aver interpretato Will per anni, suggerendo che incarnare il personaggio ha influenzato la sua scoperta di sé. Ciò evidenzia il potere della rappresentazione, anche quando è sottile.

“Una volta che ho capito pienamente che Will era gay, la velocità verso l’accettarlo per me è stata semplicemente esponenziale.” – Noah Grappa

Il percorso da seguire

Se Stranger Things intendesse rendere la sessualità di Will più esplicita nella sua stagione finale, sarebbe una progressione valida. Il coming out non è un’esperienza valida per tutti e una realizzazione ritardata o graduale può essere altrettanto autentica. La riluttanza dello show ad affrettare il viaggio di Will non è necessariamente un fallimento, ma piuttosto una scelta che riflette la realtà del crescere queer in un’era restrittiva.

La domanda ora è se gli episodi finali forniranno la chiarezza che molti fan stavano aspettando, o se Will Byers rimarrà un simbolo di queerness sottotestuale in uno spettacolo che altrimenti avrebbe abbracciato una rappresentazione più diretta.